Adozioni internazionali: due milioni di euro di tagli in tre anni

Dopo essere venuti a conoscenza del Disegno di Legge 1586, condividiamo il comunicato stampa di “Adozione 3.0”, esprimendo preoccupazione e delusione per la scarsa attenzione riservata alla famiglia.

Il commento di Adozione 3.0: “Assurdo. Anziché aumentare, i fondi diminuiscono, in un momento storico in cui, invece, le famiglie italiane hanno un bisogno disperato di supporto alla genitorialità”

Roma, 7 novembre 2019 – 542mila euro nel 2020, oltre 610mila euro nel 2021 e oltre 933mila euro nel 2022: ammontano a circa due milioni di euro in tre anni i tagli previsti dal Bilancio di Previsione 2020-2022 dello Stato al Fondo Adozioni. Tagli che vanno a incidere su un settore che sta già affrontando diverse criticità, con un calo delle adozioni internazionali che, di anno in anno, è sempre più pesante.

Tale scelta, da parte dell’esecutivo, ha generato le vive proteste della cabina di regia di “Adozione 3.0”, che raggruppa 49 dei 51 enti autorizzati in Italia all’adozione internazionale. “Assurdo – il commento della cabina di regia – anziché aumentare, i fondi per le adozioni diminuiscono, in un momento storico in cui, invece, le famiglie italiane hanno un bisogno disperato di supporto alla genitorialità, di qualsiasi tipo essa sia”.

“Questa scelta – prosegue “Adozione 3.0” – è preoccupante perché segnala, nonostante le recenti e positive affermazioni del ministro Bonetti sulla necessità di rilanciare l’istituto dell’adozione, un proseguimento nella pratica dell’atteggiamento di disinteresse verso questo settore. Le famiglie italiane, invece, vanno sostenute e incoraggiate, perché, dal canto loro, hanno sempre mostrato disponibilità all’accoglienza e a quel grande gesto d’amore che è l’adottare un figlio. La ‘gara di solidarietà’ che si è scatenata per il piccolo Giovannino, il bimbo abbandonato dopo il parto all’ospedale Sant’Anna di Torino, ne è la dimostrazione più lampante”.

Adozione 3.0 si adopererà presso i parlamentari (la finanziaria entra ora in fase di discussione) per evitare non solo il taglio, ma per chiedere un aumento proprio in considerazione del rilancio della denatalità.