Il progetto viene realizzato a Bangkok, capitale della Thailandia.
In Thailandia un’errata interpretazione del concetto di karma buddhista fa sì che la presenza di un bambino disabile in famiglia venga considerata come frutto di un male commesso nella vita precedente. Ciò rende la persona disabile un peso per la famiglia: la mamma deve lasciare il lavoro per assicurarne l’assistenza, il padre diventa l’unica fonte di entrate economiche, lo stigma e la discriminazione diventano evidenti. La famiglia di origine raramente aiuta, anzi, talora consigliano di lasciare il bambino in un istituto o in un orfanotrofio. Inoltre sono frequenti storie di droga, alcolismo, vessazioni da parte degli uomini nei confronti delle donne che portano all’abbandono delle stesse e dei figli, senza leggi che affermino il dovere del genitore di sostenere economicamente il proprio figlio e la moglie. Rari, ma presenti, anche i casi di papà abbandonati dalla moglie e rimasti soli a curare un bambino disabile, fino a giungere alle situazioni più gravi in cui questi risultano abbandonati da entrambi i genitori. Per i bambini disabili abbandonati si pone addirittura, ovviamente, un problema di sopravvivenza.
È per questo motivo che NADIA Onlus ha deciso di intervenire a favore di questi soggetti emarginati, supportando il lavoro di Suor Maria Angela Bertelli, Missionaria Saveriana, infermiera e fisioterapista, che per anni ha coordinato a tempo pieno i servizi e la formazione presso la Casa degli Angeli. Nel 2016 Suor Maria Angela è dovuta rientrare in Italia. Attualmente, la vita insieme alle mamme e la conduzione della casa sono gestite insieme dalle suore saveriane e dall’associazione Papa Giovanni XXIII, che pian piano prenderà in totale gestione il progetto.